Titolo Campari in crescita


Campari (MI:CPRI) archivia un trimestre tipicamente poco significativo con una crescita organica delle vendite quasi due volte le attese (+5,7%) a 376,6 milioni di euro e un utile lordo rettificato (di oneri e proventi operativi e finanziari) in crescita del 56% a 54,5 milioni.

I risultati, uniti ai benefici fiscali derivante dal “Patent Box” non inclusi nelle stime degli analisti, hanno messo le ali al titolo in borsa che è finito in asta di volatilità più volte segnando un nuovo massimo storico a 6,14 euro.

Le stime di consensus per l’aumento delle vendite a perimetro e cambi costanti non superavano un incremento del 3%.

In seguito all’accordo raggiunto con l’Agenzia delle entrate sul cosiddetto “Patent Box” per gli anni di imposta 2015-2019, Campari stima un beneficio fiscale di 88 milioni complessivi sul periodo.

Nel corso di una conference call con gli analisti l’AD Bob Kunze-Concewitz ha anche stimato per gli Stati Uniti, il mercato più grande del gruppo, una crescita delle vendite ad una cifra medio-alta per il 2017.

Nei primi tre mesi sia i marchi a priorità globale che regionale hanno registrato una crescita organica a doppia cifra, del 10,8% e del 13,2% rispettivamente nel contesto di un confronto reso sfavorevole dalla Pasqua posticipata.

Il gruppo si aspetta una continua espansione del margine lordo dopo un Ebitda margin rettificato pari al 20,9% delle vendite. L’Ebit margin si è attestato al 17,1%.

Grand Marnier, la più grande acquisizione della storia del gruppo, ha contribuito per 32,5 milioni alle vendite, per 9,2 milioni all’Ebit rettificato e per 10,2 milioni all’Ebitda rettificato.

Le spese per pubblicità e promozioni sono crescite del 14,5% organico a 66,5 milioni (17,7% delle vendite) per effetto di alcune campagne marketing “rilevanti”. In aumento del 9,3% organico i costi di struttura a 87 milioni (23,1% delle vendite) “per effetto dell’ulteriore rafforzamento delle capacità distributive del gruppo, quali il canale on-premise negli Stati Uniti e la nuova organizzazione commerciale in Sud Africa e Perù”.

Secondo quanto indicato dal direttore finanziario Paolo Marchesini in conference call, il trend di questa voce rimarrà lo stesso nel secondo trimestre per poi rallentare nell’ultimo semestre dell’anno.

Al 31 marzo 2017 l’indebitamento finanziario netto è stato infine pari a 1.206,3 milioni di euro, sostanzialmente invariato rispetto al 31 dicembre 2016.


Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *